Da Zero a PODCASTER, l’unica guida di cui avrai bisogno per creare un podcast

Il podcast di Italian Indie è nato nel 2014. Siamo stati pionieri.

E per questo abbiamo faticato. I software facili da usare non c’erano. I consigli dei tecnici audio ci hanno complicato la vita.

Oggi (nel 2019) non è più così. La vita del podcaster può essere molto più facile. Basta usare gli strumenti giusti nel modo giusto.

Lo vedrai in questa guida che ti insegnerà come fare un podcast.

Sommario

La guida è luuunga! Usa i link qui sotto per saltare al punto che ti interessa.

Per tornare al sommario, clicca su uno dei vari rimandi che troverai nell’articolo.

  1. Perché fare un podcast?
  2. Un approccio minimalista
  3. Strumenti hardware per creare un podcast
  4. Strumenti software per creare un podcast
  5. Quale piattaforma per pubblicare un podcast
  6. Come registrare un podcast
  7. Post-produzione del podcast (suono e montaggio)
  8. Come pubblicare un podcast

Perché fare un podcast?

Abbiamo pubblicato più di 200 interviste. Ci hanno permesso di stringere un rapporto personale con i nostri ascoltatori. L’appuntamento regolare con le nostre voci ci ha dato la loro fiducia. Così sono diventati iscritti e poi clienti.

E questo già durante la preistoria dei podcast!

Oggi (nel 2019) il podcast sta finalmente crescendo anche in Italia. Nella sua intervista su Italian Indie (tanto per cambiare!) Alessio Furlan ci ha raccontato che si sta dedicando al podcast INVECE che al blog.

E sul blog aveva fondato il suo business. Perché questa migrazione?

Perché con il podcast ha maturato un rapporto più stretto con il suo pubblico. Gli ascoltatori sono di meno rispetto ai lettori del blog, ma la qualità è migliore. Ascoltalo direttamente dalle sue parole qui.

Quindi, se vuoi creare il tuo podcast, complimenti: sei in buona compagna. Il podcast è uno stumento speciale per connetterti con il tuo pubblico:

  • è portatile,
  • puoi raggiungere gli ascoltatori nei momenti in cui video e testo non sono un’opzione (mentre guidi o corri, ad esempio),
  • non è difficile da realizzare (come vedrai in questa guida),
  • è personale, perché la voce trasmette molto più del testo.

Un approccio minimalista

Il podcast è il nuovo blog, ma non è altrettanto semplice da mettere in piedi. Per scrivere un post basta Google Drive. Registrare un episodio è “un filo” più complicato.

Devi scegliere il microfono e gli accessori, i software di registrazione e post-produzione, la piattaforma per l’hosting e la distribuzione. Ce n’è da rimanere paralizzati. Oppure da perdere così tanto tempo a configurare tutto che ti passa la voglia di registrare.

La soluzione è un approccio minimalista. Metti da parte il perfezionismo, semplifica le scelte e parti il prima possibile.

Prima lanci il podcast, prima ti abitui a registrare, prima ricevi feedback dai tuoi ascoltatori. Così migliori rapidamente.

Ma soprattutto ottieni la motivazione, fondamentale nei primi tempi. Vedi aumentare il numero di download e di iscritti: il miglior carburante per andare avanti.

All’inizio non sei nessuno. Sei da solo con la tua paura di esporti, essere criticato, fallire (mai sentito della sindrome dell’impostore? Ne abbiamo parlato qui). Hai bisogno di muovere l’asticella il prima possibile.

Questa è la guida completa per creare il tuo podcast. Ti porterà da “Non so dove mettere le mani” a “Wow, sono un podcaster!” nel modo più semplice possibile.

Ti darò lo stretto indispensabile per lanciare un podcast di qualità. Semplificherai le decisioni, senza compromettere il prodotto finito. Ci sarà sempre il tempo per complicare la situazione quando diventerai esperto e conoscerai più precisamente le tue esigenze.

Ti spiegherò:

  • quale hardware ti serve,
  • quale software,
  • come registrare il tuo primo episodio,
  • come pubblicare il tuo podcast e distribuirlo su tutte le app e piattaforme.

Partiamo con il primo grosso ostacolo: la scelta degli strumenti.

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Quali strumenti per creare un podcast?

La lista della spesa del podcaster può essere molto lunga. Ti serve l’hardware, ad esempio il microfono, il software per registrare, il software per post-produrre e pubblicare.

Vediamo le tre categorie separatamente.

Quale hardware per creare un podcast?

Questo è il minimo hardware necessario per fare un podcast:

  • microfono,
  • braccio da scrivania per microfono,
  • filtro antipop.

Puoi complicare le cose con schede grafiche esterne, pannelli portatili per l’isolamento acustico, teleprompter. Ma te lo ripeto: seguiamo un approccio minimalista. Meno scelte, prima parti con il podcast.

Se preferisci il video, eccoti servito (parla sia di hardware che di software):

Il microfono giusto per i podcaster

Un buon microfono è un investimento necessario. Non accontentarti del microfono incorporato nel tuo computer o nello smartphone.

Non vuol dire però che devi accendere un mutuo per il tuo primo microfono. Puoi spendere da 25€ a diverse centinaia di euro.

Con questa gamma di prezzo hai ragione ad avere qualche dubbio. Un microfono da 200€ sarà 8 volte meglio di quello da 25€, giusto?

Ma adesso 200€ non li hai. Così indugi, non compri il microfono, non parti con il podcast. Non saprai mai se poteva funzionare.

Per fortuna, la qualità dei microfoni più economici è sufficiente per partire. Quindi ti do due consigli: un modello per tutte le tasche e uno più costoso.

Se il tuo budget è ridotto, acquista il Samson Meteor. Viene circa 60€.

Se puoi spendere di più ti consigliamo il Rode Podcaster. Costa attorno tra i 150€ e i 200€.

Il secondo è uno standard tra i podcaster (per questo il suo nome). Io lo uso ormai da anni.

Due accessori per “suonare” più professionale (e risparmiarti grattacapi)

Al microfono vanno aggiunti due accessori. Il primo è il braccio flessibile su cui fissare il microfono. Per me è stato fondamentale.

All’inizio ho provato il piccolo treppiede appoggiato sulla scrivania. Ogni volta che premevo un tasto sulla tastiera le vibrazioni venivano trasmesse al treppiede e registrate. Sembrava di martellare il microfono.

Montando il microfono su un braccio ti dimentichi questo problema. Inoltre, così puoi ripiegare il microfono quando non lo usi. Io lo tengo sempre montato sulla scrivania e lo metto in posizione di registrazione solo quando serve.

Il secondo accessorio è il filtro antipop. Senza filtro, ogni P e ogni S diventa un’aggressione alle orecchie degli ascoltatori.

Braccio e filtro costano complessivamente qualche decina di euro. E li puoi comprare in kit. Soldi ben spesi.

Se li cerchi su Amazon, troverai un milione di modelli. Non preoccuparti. Ti bastano i più economici con una valutazione superiore a 4 stelle su Amazon. Questo kit ad esempio costa 16,99€.

I software per registrare e post-produrre un podcast

Se il tuo podcast non include interviste, registra i tuoi episodi con Audacity. È un’applicazione gratuita, puoi installarla su qualsiasi sistema, trovi ogni possibile tutorial online.

Esistono alternative più costose e più sofisticate. Ma spesso paghi per funzionalità non necessarie.

Se registri interviste, fino a poco tempo fa la situazione era un po’ complicata. Ora non più. Ti basta Zencastr.

Per registrare crei un link speciale e lo passi all’ospite. Fai tutto via browser e Alla fine scarichi l’MP3 della registrazione (ti spiego come fare più avanti).

La versione gratuita ti limita a 8 ore di registrazione al mese. Più che sufficiente per partire.

E il montaggio?

Una volta registrato l’episodio, puoi sbizzarrirti nella post-produzione e nel montaggio. Non farlo!

Certo, avrai ascoltato splendidi podcast con montaggi sofisticati. Narrazioni, effetti sonori, molteplici brani per la colonna sonora.

Ma te lo dicevo prima: all’inizio segui un approccio minimalista. Altrimenti ti complichi la vita e le probabilità di fallimento aumentano esponenzialmente.

Il montaggio è difficile. Il tempo che porta via è un multiplo di quello richiesto dalla registrazione. Inoltre, per ottenere un bel risultato devi pianificare ancor prima di registrare.

Seguendo questa filosofia anche la scelta del software per la post-produzione diventa semplice. Ti basta Audacity. Ti permetterà di applicare i filtri basilari e fare i pochi tagli indispensabili.

Quale piattaforma per pubblicare il podcast?

Con il successo dei podcast si sono moltiplicate le piattaforme che ti aiutano a pubblicare. Purtroppo, l’approccio fai-da-te in questo caso non è possibile. Hai bisogno di appoggiarti ad un sito esterno.

Ti serve una piattaforma che ospiti i file audio, generi un feed rss e permetta la distribuzione su tutte le possibili app (ce ne sono parecchie!).

Su Italian Indie abbiamo scelto Spreaker. È un prodotto italiano, ma soprattutto è facile da usare e ti dà tutto quello che ti serve.

È una soluzione chiavi in mano:

  • fornisce l’hosting per i file,
  • crea un feed rss per distribuire il podcast,
  • ti permette di aggiungerlo su qualsiasi app con un solo clic (iTunes, Spotify, Google Podcasts, ecc…).

Ciliegina sulla torta: il prezzo è popolare. Esiste addirittura una versione gratuita.

Questa ha limiti stretti sulla durata degli episodi che puoi caricare. Ma è sufficiente per fare i primi test.

La versione a pagamento più economica costa comunque solo 72€ all’anno. Un investimento accessibile anche se il tuo podcast non ti fa ancora guadagnare.

Strumenti per il podcast: riassunto

Prima di procedere, facciamo il punto. Abbiamo visto quali strumenti hardware e software ti servono per creare un podcast. Te li riassumo:

  • microfono USB (base o avanzato),
  • braccio per microfono da montare sulla scrivania,
  • filtro antipop (link al kit),
  • Audacity,
  • ZenCastr,
  • Spreaker.

E ora la domanda cruciale: quanto costa tutto questo?

Il microfono costa quasi 60€. Braccio e filtro in kit costano circa 20€. Audacity è gratis, come Skype e ZenCastr. Spreaker parte da 72€ all’anno.

Quindi, in totale spendi circa 150€.

Se e quando le tue esigenze aumenteranno, arriverai a spendere qualche centinaio di euro all’anno per Spreaker e forse investirai circa 100€ in più per il microfono. Eventualmente qualcosina anche per i software.

Ma non sono problemi che devi porti adesso. Non sono spese necessarie a lanciare il podcast.

Procurati il minimo indispensabile, parti il prima possibile, comincia a formare il tuo pubblico.

Ok, strumenti in archivio. Ora mettiamoli al lavoro. Prossima fermata: registrazione.

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Come registrare un podcast

Anche qui siamo minimalisti: non ci perdiamo in tecnicismi. Ti mostro come produrre un episodio di qualità nel minor tempo possibile, evitando stress da perfezionista.

Lo scopo è sempre lo stesso: bandire il demone della procrastinazione, usando il processo più semplice possibile.

Ti spiegherò due procedure: una per i monologhi, l’altra per le interviste. Ci sono differenze nei software da usare e in alcuni passi per ottimizzare il processo.

Partiamo dalla situazione più semplice: il monologo.

Anche qui abbiamo un video, se preferisci:

Come registrare un podcast monologo

Per questo tipo di episodio hai bisogno di:

  • un microfono USB montato sul braccio flessibile con il filtro anti pop (te ne ho parlato sopra),
  • un computer,
  • Audacity,
  • una stanza silenziosa e con poco riverbero.

L’ultimo punto può essere ostico, ma niente di impossibile. Non ti serve uno studio di registrazione. Ma fai attenzione che talvolta i luoghi quotidiani hanno un’acustica orribile.

Non ci fai caso normalmente. Te ne accorgerai riascoltando la registrazione!

Per evitare danni (o almeno limitarli) basta un test di pochi minuti. Registra 30 secondi di parlato nella stanza che userai per il podcast. Poi riascoltati in cuffia. Se la tua voce suona come in una chiesa o in un capannone vuoto, corri ai ripari.

Se puoi, cambia stanza e rifai il test. Se non hai questo lusso, non è detta l’ultima parola. C’è un trucco molto facile per ridurre il riverbero. Basta aggiungere nella stanza delle superfici “morbide”.

Cosa significa? Il riverbero nasce quando il suono si riflette sulle superfici dure, come le pareti o le porte. Rimbalza e torna indietro più o meno forte a seconda dei materiali e della geometria dello spazio. Le superfici morbide invece assorbono il suono e soffocano il riverbero.

Ad esempio, nel mio ufficio casalingo c’è un grosso armadio che contiene vestiti e tessili di vario tipo. Quando le porte sono chiuse, c’è un po’ di riverbero. Se le apro, gli oggetti all’interno riducono il riverbero.

Quindi, trucco facile: se nel tuo “studio di registrazione” sono presenti armadi che contengono oggetti morbidi, tienili aperti mentre registri.

Puoi ottenere risultati simili aggiungendo tende alle finestre, cuscini, coperte, tappeti, divani, eccetera.

Sistemato il riverbero, puoi registrare. Mettiti comodo, avvicina il microfono e premi Rec su Audacity.

Un consiglio da pro

Per facilitarti la vita, registra solo un pezzetto alla volta. Parla per un minuto o giù di lì, metti in pausa la registrazione, prendi fiato, eventualmente bevi un sorso d’acqua. Pensa a cosa vuoi dire nel prossimo passaggio (o leggilo) e riprendi la registrazione.

Senza pause, presto accumulerai stanchezza e le tue prestazioni peggioreranno. Così la registrazione perderà qualità.

Questo succede soprattutto all’inizio. Facilmente sei teso mentre parli. Non puoi evitare di preoccuparti del risultato finale. Le pause allentano questa tensione.

Con l’esperienza forse potrai evitarle, ma all’inizio ti fanno risparmiare errori e la perdita di tempo successiva per correggerli.

Come registrare un podcast intervista

Registrare un’intervista ha due differenze sostanziali rispetto al monologo:

  • non puoi preparare il testo in anticipo,
  • non puoi controllare le condizioni di registrazione dell’ospite.

Per questo la procedura cambia:

  1. vai su Zencastr.com e fai login,
  2. clicca su Create new episode,
  3. dai un nome all’episodio (non fare l’originale, chiamalo “intervista Nome Ospite”, sarà più facile trovarlo quando ne avrai molti),
  4. clicca su Create,
  5. clicca su Start Recording,
  6. registra 10 secondi di parlato nella situazioni in cui registrerai l’intervista.

Verifica che la qualità sia decente come ti consigliavo per i monologhi. Quando sei sicuro che tutto funzioni, parti con la prima intervista.

Crea un nuovo episodio in Zencastr come ti ho mostrato sopra. Apri l’episodio e clicca su Invite. Copia il link e mandalo all’ospite al momento opportuno.

Quando siete entrambi connessi, dedica due minuti a un paio di test. Nel 99% dei casi, il tuo ospite non avrà un microfono di qualità come il tuo. In più, potrebbe trovarsi in un ambiente con molto riverbero o rumori di fondo.

Come prima verifica, ascolta quello che ti arriva dal microfono dell’ospite mentre vi salutate. Se c’è troppo riverbero o rumore, prima di tutto chiedi se può cambiare microfono.

Spesso gli ospiti usano il microfono incorporato nella webcam. C’è una soluzione semplicissima: l’auricolare dello smartphone. Rispetto al microfono incorporato è un altro pianeta. Se rimane troppo rumore di fondo, chiedi se può cambiare stanza o intervenire in altro modo.

Come te l’ho descritta sembra una procedura lunga e tediosa. In realtà, se sai cosa fare in anticipo, ti bastano pochi minuti.

Quando tutto è a posto comincia a registrare. Fate silenzio, premi Rec e partite.

Quattro trucchi per assicurarti la tranquillità

Intervistare è faticoso. Rischi distrazioni che possono farti perdere intere registrazioni. I trucchi in questa sezione ti salveranno nel 99% dei casi.

Stai registrando, vero?

All’inizio assicurati che sia accesa l’icona della registrazione. Anche ai più grandi podcaster succede di scoprire che la registrazione non era partita… alla fine dell’intervista! Un secondo di attenzione in più eviterà la tragedia.

Durante l’intervista tieni d’occhio la finestra di registrazione. Controlla che non si sia fermata.

Hai salvato?

Al termine, ricordati di stoppare la registrazione e salvarla. Sembra una banalità. Però spesso queste conversazioni ti stancano. Rischi di mancare questo passaggio fondamentale.

Du gust is megl che uan

Appena salvato il file audio della registrazione, crea una copia di backup. Mettila su una chiavetta, un secondo disco rigido, oppure sul cloud (Google Drive è gratuito).

Così possono rubarti il computer, può bruciare la casa, ma il tuo episodio potrà andare in onda 😉

Non tenere tutto a mente

Posono sembrarti tanti passaggi da tenere a mente. Perché lo sono!

Non serve memorizzare. Scrivi una lista di controllo, come quella che usano i piloti prima di decollare:

  1. ascoltare qualità del suono dell’ospite,
  2. cambiare microfono,
  3. ridurre rumore (se ancora presente),
  4. chiedere silenzio,
  5. premere Rec,
  6. controllare che stia registrando,
  7. intervistare,
  8. premere Stop,
  9. salvare file.

Durante ogni intervista, leggi la lista, esegui il passo e spuntalo.

Come registrare un podcast: riassunto

Ora hai le procedure minimali per registrare un monologo o un’intervista. Come vedi mancano drammatizzazioni avanzate, musiche ed effetti sonori. È intenzionale.

All’inizio non hai pratica, ogni elemento in più moltiplica il tempo necessario e la probabilità di errore. Tieni le cose semplici, turati il naso se i risultati non si avvicinano al tuo ideale di perfezione.

Con la pratica diventerai più veloce e più sicuro. A quel punto complicherai la registrazione.

Ora che hai in mano il tuo file, è il momento di prepararlo per la pubblicazione. Passiamo alla post-produzione.

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Come preparare un episodio per la pubblicazione

In genere non puoi pubblicare la registrazione così com’è. Hai bisogno di ottimizzare il suono e forse fare qualche taglio.

Anche qui conviene seguire un approccio minimalista. Puoi applicare innumerevoli combinazioni di effetti e miglioramenti all’audio. Anche i tagli possibili sono infiniti. Alcuni dei podcast migliori fanno così.

Ascoltarli è una goduria. Tutti vorremmo strabiliare i nostri ascoltatori allo stesso modo, no?

Anche questa medaglia però ha un rovescio. Per ottenere quei risultati ci vogliono intere redazioni al lavoro su un singolo episodio.

Se non hai una redazione altrettanto grande, per ottenere un risultato simile devi mettere in conto giorni di produzione per un singolo episodio. Oppure un budget di centinaia di euro ad episodio per pagare collaboratori qualificati.

Ma spesso, soprattutto all’inizio, non hai nè il tempo nè i soldi. Cosa fai? Abbandoni il progetto?

Ovviamente NO! Devi trovare il giusto compromesso.

Se preferisci il video, ti spiego tutto qui:

Il giusto compromesso nella post-produzione di un podcast

La post-produzione si allunga se devi:

  • effettuare molti tagli e combinare molti clip (montare),
  • corregere grossi problemi nella qualità dell’audio.

Ridurre il tempo dedicato al montaggio

Il montaggio è un “problema” perché dura un multiplo della durata della registrazione. Il minimo montaggio possibile consiste nell’eliminare i silenzi e gli errori. Per farlo devi:

  • ascoltare tutto da capo a fine,
  • fermarti nei punti problematici,
  • selezionare la parte incriminata,
  • cancellarla,
  • riascoltare per controllare che vada bene.

Poi immaginare quanto ci vuole ad eseguire questa procedura. Su una registrazione tra i 7 e i 10 minuti stavo poco meno di mezz’ora. E ti assicuro che facevo solo i tagli indispensabili, nel modo più efficiente possibile.

Pensa cosa succede se fai lo stesso lavoro su un’intervista di un’ora come quelle di Italian Indie!

Quindi, prima regola: facilitati la vita escludendo il montaggio. Taglia solo inizio e fine della registrazione.

Probabilmente ci sarà del silenzio da rimuovere. E forse aggiungerai un’introduzione, una conclusione o un messaggio dallo sponsor.

La lunghezza di questo lavoro però non dipende dalla lunghezza dell’episodio. Stai lo stesso tempo ad aggiungere l’introduzione o la conclusione ad un episodio di un’ora o di dieci minuti.

È il processo che seguiamo su Italian Indie da anni.

E se non hai un podcast di interviste?

Molti podcast includono solo monologhi, nessuna intervista. In questi casi, invece di posticipare le correzioni al momento della post-produzione, gioca d’anticipo.

Scrivi il testo e recitalo (te ne ho parlato nel tutorial sul “riciclaggio” dei contenuti). Non ci saranno silenzi o momenti noiosi da eliminare.

O almeno fai in modo di registrare con il minimo numero di errori possibile. Ti ho spiegato come fare nella sezione sulla registrazione.

Ridurre il tempo dedicato a migliorare il suono

Il secondo grosso fattore che allunga la post-produzione è la qualità del suono. Se è discontinua devi perdere tempo a riascoltare tutta la registrazione, o buona parte, per intervenire sui punti problematici.

Elimina il problema alla radice. Segui le indicazioni che ti ho dato nella sezione sulla registrazione e produci un file di buona qualità.

A questo punto hai fatto il possibile per minimizzare il lavoro di post-produzione. Complimenti! Vediamo come procedere.

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Come pubblicare un podcast

Pubblicare un podcast non è banale. Hai bisogno di:

  • caricare i file su un servizio di hosting,
  • creare un feed rss,
  • aggiungere il podcast ad iTunes,
  • aggiungerlo anche a Spotify,
  • farlo trovare da Google Podcasts.

Puoi sicuramente buttare su una soluzione fai da te. Ma dovrai appiccicare insieme componenti diversi e configurarli uno a uno. Nel tempo dovrai ricordarti di aggiornarli tutti e sperare che non nascano incompatibilità.

Fidati, più sono le parti in movimento, più cresce la probabilità che qualcosa vada storto. E non è detto nemmeno che risparmi.

Ad esempio, puoi ospitare i file sui server del tuo sito, se ne hai uno. Però se pubblichi di frequente e/o gli episodi sono lunghi, presto ti arriverà un avviso per aver ecceduto la tua quota. E se hai tanti download sicuramente supererai la banda (anche se sulla tabella dei prezzi c’era scritto “illimitata”). Così dovrai aumentare la spesa per l’hosting.

Per questo ti consiglio una soluzione “all inclusive”. Si chiama Spreaker.

È in italiano, ti dà tutto quello che ho elencato sopra, ha una versione gratuita sufficiente per cominciare. Anche quando dovrai passare alla versione Pro il costo sarà minimo: 72€ all’anno. Il tuo podcast se li merita, no?

Ok, ora bevi un sorso d’acqua. Magari anche un caffè. Sto per spiegarti passo passo la procedura per mettere online il tuo podcast con Spreaker.

Sarà un processo breve. Alla fine il tuo podcast sarà visibile su tutte le app di podcasting esistenti!

Ed ecco il video anche per questa parte:

Come aggiungere un podcast su Spreaker

Ora ti mostrerò un passo alla volta come aggiungere il tuo podcast su Spreaker.

Vai al sito Spreaker.com e clicca su Registrati. Crea un account con il tuo profilo Facebook o con indirizzo e-mail.

Poi, accedi al pannello di controllo. Spreaker avrà già creato un podcast con il tuo nome. Modificheremo proprio questo per mettere on-line il tuo nuovo podcast.

Tutte le operazioni che ti mostrerò ora sono da fare una volta soltanto. È una lista lunga ma sono operazioni semplici.

Prima di tutto inserisci le informazioni di base. Clicca sull’apposita voce nella lista a sinistra.

Titolo

Comincia dal titolo. Questo è un momento critico, come dare un nome a tuo figlio (più o meno dai ??).

Potrei dedicare un video intero solamente a questo argomento. Ti conviene seguire gli stessi criteri che valgono per la scelta di un dominio. Ho scritto una guida dedicata a questo argomento.

Ti riassumo i punti salienti. Regola principale: non cercare di sembrare intelligente, scegli un titolo facile da capire e memorizzare.

A tale scopo:

  • limitati a due o tre parole al massimo,
  • usa parole facili,
  • evita termini inglesi non comuni (altrimenti tutti sbaglieranno di scrivere il nome del podcast).

Immagine

Tocca poi all’immagine. Anche questa è una decisione impegnativa. Per fortuna, però sei sempre in tempo per cambiare il logo. Quindi intanto trova una soluzione soddisfacente, poi potrai rivalutarla.

La regola principale qui è che il logo deve farsi notare tra i podcast concorrenti. Non è per i tuoi iscritti affezionati: loro già ricevono i tuoi episodi automaticamente. Serve invece per farti trovare dai nuovi ascoltatori.

Pensa quindi ad un ascoltatore che scrolla la lista dei podcast nella sua app preferita. Ciascun programma è rappresentato da un quadratino con un paio di centimetri di lato al massimo. L’immagine che scegli deve distinguersi in questo elenco.

Perciò:

  • non affollare l’immagine, altrimenti non si capisce niente,
  • usa colori accesi e contrastati,
  • se puoi, scegli un colore inutilizzato dai concorrenti nella stessa categoria,
  • se non trovi una grafica forte, usa la tua foto.

Descrizione

Passiamo alla descrizione. Ha due scopi:

  • farti trovare attraverso le ricerche,
  • convincere chi ti trova a iscriversi (o almeno ascoltare un episodio).

Anche per i podcast vale un minimo la “SEO”. Le giuste parole chiave all’interno della descrizione ti faranno posizionare bene nelle ricerche. Quindi, includi la parola chiave principale ed eventuali parole chiave secondarie.

Per convincere a cliccare e iscriversi (o almeno ascoltare), spiega quali problemi affronti nel tuo podcast, quali benefici offri agli ascoltatori. Hai 4000 caratteri a disposizione, c’è tutto lo spazio.

Attenzione però a mettere i concetti più importanti all’inizio. Parti con il problema più importante che affronti, qualcosa che identifichi il tuo ascoltatore tipo.

Personalizzazione RSS

La sezione Personalizzazione RSS è fondamentale. Senza entrare in dettagli tecnici, il feed contiene la lista degli episodi che pubblichi in ordine cronologico decrescente. Ogni episodio è descritto da una serie di informazioni in un formato standard (chiamato appunto RSS).

La lista è aggiornata in automatico, ogni volta che pubblichi un episodio. Le app, i siti, gli utenti che hanno accesso al feed vengono così notificati in automatico.

Per aggiungere il podcast su iTunes, come vedremo dopo, dovrai dargli in pasto il feed creato da Spreaker. Google Podcasts invece lo rileverà in automatico.

Ma questa è una guida minimalista, ti basta verificare una cosa sola: che in cima alla pagina sia selezionata l’opzione Automatico.

Se ci saranno problemi con il feed, potrai passare alla modalità manuale e correggere i campi incriminati. Probabilmente, se hai seguito le istruzioni fin qui, non avrai problemi.

Aggiungere il podcast su Spotify e Google Podcasts

Per diffondere il tuo show su Spotify e Google Podcasts bastano due clic. Vai nella sezione Distribuzione ed espandi le due sezioni relative. Poi clicca su Invia.

Il podcast non comparirà immediatamente. Ma l’attesa non sarà nemmeno lunga. Potrebbero bastare 24 ore.

Altre impostazioni

Le categorie disponibili sono limitate. Scegli la più vicina ai tuoi argomenti senza penare troppo.

La sezione contatti è auto esplicativa. Non serve che te la spiego.

È presente anche la funzione di condivisione automatica. È attraente perché ti promette di risparmiarti lavoro. In generale però, se vuoi ricevere qualche visita dai social devi creare tu il copy dei post, non puoi basarti sugli automatismi.

A questo punto il tuo nuovo podcast è quasi pronto. Le informazioni che hai inserito sono visibili nelle liste di Spreaker. Google Podcasts scoprirà il feed in automatico. Hai attivato anche la pubblicazione su Spotify. Cosa manca?

Esatto, dobbiamo ancora aggiungerlo su iTunes. Praticamente tutte le app si appoggiano proprio ad iTunes. Quindi è un passaggio indispensabile.

Vedrai però che ormai abbiamo fatto la maggior parte del lavoro. Grazie a Spreaker, sbarcare su iTunes sarà un gioco da ragazzi.

Come aggiungere il podcast ad Apple Podcasts

L’aggiunta ad iTunes è un filo più macchinosa. Nella sezione Distribuzione, espandi la sezione Apple Podcasts e clicca su Invia.

Se manca qualche dettaglio nella configurazione, Spreaker ti chiede di sistemarlo. Quando tutto è a posto, invece, ti mostra il pulsante “Apri Podcasts Connect”. Cliccalo.

Fai login e ti troverai su una pagina con le informazioni precompilate. Controlla che tutto sia corretto e clicca su Convalida.

Se non viene validato, leggi il responso e vai su Spreaker a correggere i campi problematici. Riprova a convalidare e ripeti finché tutto è a posto.

Quando va bene, clicca Invia. Ora il tuo podcast dovrà essere approvato. Ci potrebbero volere fino a 10 giorni ma di solito è molto più rapido. Entro 3 giorni in genere sei online!

Come pubblicare il primo episodio (su Spreaker)

Bene, il tuo podcast è online! Ora non resta che inserire il primo episodio. Per farlo dobbiamo tornare su Spreaker.

Apri il pannello di controllo e clicca sul tuo show. Clicca su Carica Episodi. Scegli l’MP3 del tuo primo episodio. Attendi il caricamento (dipende ovviamente dalla velocità della tua connessione).

Una volta caricato il file, comparirà un nuovo elemento nella lista degli episodi. Clicca sulla matita in fondo alla riga.

Qui inserisci il titolo e la descrizione. Non dimenticare tutti i link e le risorse citate nel corso dell’episodio!

Puoi scegliere anche un po’ di tag. Non so dirti quanto siano utili in verità.

L’ultima opzione da considerare è Pubblica dopo. Di solito, prepari un episodio in anticipo e lo pubblichi al momento che preferisci. Per farlo spunta la casella sotto Pubblica dopo e scegli la data che preferisci.

A questo punto clicca su Salva e Programma. Fatto! L’episodio uscirà nella data e ora che hai scelto.

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Conclusione

Il tuo podcast è finalmente online. Congratulazioni!

Anni fa, la procedura era complessa e ricca di imprevisti. Ora invece ti bastano pochi strumenti e poco tempo. E la possibilità di errore è minima.

Probabilmente farai più fatica a scegliere il titolo che a registrare e pubblicare il primo episodio.

Spero che questa guida ti permetterà di essere presto online.

In bocca al lupo per il tuo podcast!

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