Creare una newsletter efficace, con programmi gratuiti o a pagamento

Serve ancora creare una newsletter? E nel caso come la rendi efficace?

10-15 anni fa l’email era l’unica opzione. Ora c’è Facebook, Instagram, Whatsapp e tutto il circo dei social al seguito.

Serve ancora?

La risposta sta in un numero e una parola:

  • 4200,
  • e prudenza.

Te li spiego fra un attimo, prima ti dò il riassuntone di questa mega guida.

Vediamo come creare una newsletter gratis (spoiler: con Substack o Revue), e una con programmi più avanzati, ma a pagamento.

In questo secondo caso ti presenterò 5 opzioni diverse, nel 2021 la migliore te lo anticipo già è MailerLite.

Ti mostrerò i metodi per guadagnare con una newsletter. Ci sono i super-classici (come gli infoprodotti), chiaro. Ma puoi anche agganciare il trend delle newsletter su abbonamento.

E alla fine vediamo degli esempi di successo in Italiano e in Inglese.

Vai pure con ordine oppure salta al punto di tuo interesse con l’indice qui sotto.

Come creare una newsletter efficace


Indice

  1. Cos’è una newsletter
  2. Creare una newsletter gratuita
  3. Programmi per creare newsletter efficaci
  4. Quanto spesso e cosa scrivere per creare una newsletter efficace
  5. Come guadagnare con una newsletter
  6. Newsletter: esempi di successo
  7. Il prossimo passo

Cos’è una newsletter

Newsletter è un termine Inglese. Lo traduci più o meno con “Lettera con le ultime novità”.

In passato erano messaggi di carta e ti arrivavano per posta.

Per fortuna, con internet non dipendiamo più dal servizio pubblico. Così oggi il 99,99% delle newsletter sono digitali.

Il contenuto rimane lo stesso o quasi, il cambiamento grosso sta nella dinamica d’uso.

Il meccanismo per ricevere una newsletter ha 3 passaggi.

  1. Un utente va su un sito.
  2. Lì, trova un modulo d’iscrizione con cui richiedere la newsletter. Lo compila inserendo il suo indirizzo email.
  3. A quel punto l’autore della newsletter comincia a mandare anche a lui i suoi messaggi tramite posta elettronica.

Qual è il contenuto di questi messaggi?

Eccezioni a parte si tratta di notizie relative a:

  • un particolare argomento (notizie di finanza, politica, moda, etc.),
  • o un particolare brand (aziendale o personale),
  • o una community (per esempio gli iscritti a Dojo ricevono un’email settimanale che li aggiorna sulle novità rilevanti per la membership).

Non sono categorie separate. Spesso questi 3 argomenti si mescolano tra loro.

Per esempio nella newsletter di Italian Indie trovi sia notizie relative alle nostre attività, che informazioni, articoli o link utili per un indipendente.

Come creare una newsletter

L’email è l’elemento chiave di una newsletter, e tutti la usiamo senza problemi tramite servizi come Gmail, Apple Mail o simili.

Ma con questi strumenti puoi solo ricevere una newsletter. Per crearne una ti serve un autorisponditore (o autoresponder in Inglese).

Si tratta di un software che permette l’invio dello stesso messaggio, in contemporanea a migliaia di indirizzi email diversi.

Funziona così:

  • scrivo il testo,
  • lo inserisco nel mio autoresponder,
  • clicco “Invia”,
  • il messaggio parte e arriva a tutti gli iscritti.

In tutto questo io mittente ho gli indirizzi email di tutti i destinatari, ovvio. Loro invece vedono solo il mio e il loro personale.

Sembra quindi un’”email normale”, ma in realtà ho mandato lo stesso messaggio a migliaia di persone.

Servono ancora le newsletter?

Sì!

“Perchè?”

Come ti anticipavo la risposta sta in un numero e una parola:

  • 4200,
  • e prudenza.

In media nel 2021, 1 € speso in marketing tramite la newsletter ti permette di guadagnare 42 €.

Questo significa che l’email ha un ROI (Return Of Investment, ritorno sull’investimento) del 4200%.

Com’è possibile?

Qui ci vuole una lunga lista di motivi. Il principale comunque è nel rapporto di fiducia che crei grazie a una newsletter regolare.

Ora, come la mettiamo con i social?

Anche quelli ti permettono di creare un rapporto di fiducia con il tuo pubblico, magari anche più in fretta.

È vero, ma in genere con costi superiori. E comunque la lista email fa la differenza anche in ambito social.

Per esempio le campagne pubblicitarie su Facebook, ormai hanno buone probabilità di successo solo se hai:

  • un budget importante,
  • migliaia o decine di migliaia di contatti email da cui partire.

Per chiarezza “contatti email” si legge: “iscritti alla newsletter”.

Al di là di questo aspetto, ce n’è uno più importante.

Qui entra in campo la parola: prudenza.

Basare il tuo marketing su social come Facebook o Instagram rappresenta un rischio importante.

Queste piattaforme sono aziende private. Il loro modello di business ogni tanto si allinea con le tue esigenze, altre volte no.

Per esempio dal 2010 a oggi Facebook ha cambiato spesso le regole del gioco:

  • sempre a suo vantaggio (ci sta),
  • solo qualche volta anche a beneficio di chi usava la sua piattaforma per l’acquisizione d’iscritti o clienti.

Sfrutta pure i social, ma proteggi il tuo progetto con una lista email!

Creare una newsletter gratuita

Il gratis ha sempre il suo perché.

Tutti i guru da piscina te la smenano con la storia che “gli imprenditori in gamba investono su questo, su quello e blablabla”.

La verità? Semplice: più spese inutili tagli e più profitti ti restano.

E nel campo delle newsletter oggi ci sono soluzioni per lanciarne una a costo zero.

Si tratta sempre dell’opzione migliore? No, ovvio.

Usa una soluzione gratuita se:

  • vuoi testare un’idea,
  • e/o non hai bisogno degli automatismi e delle segmentazioni della lista disponibili solo con i software a pagamento.

Come sai se hai bisogno di una particolare caratteristica?

Bhé, se hai questo dubbio, allora non ti serve davvero.

Una volta parlare di newsletter gratuita si traduceva in “Mailchimp”. Questo è un buon servizio. Ma ne parlo meglio nella sezione sui software a pagamento per newsletter.

Mailchimp infatti non è davvero gratis. Ti permette solo di partire a costo zero. Ma quando superi i 2.000 iscritti, paghi.

Ci sono invece 2 soluzioni 100% gratis e davvero niente male:

  • Substack,
  • e Revue.

Substack

Questo è il nuovo arrivato sulla piazza e rompe le scatole a tutti i big player a pagamento.

La storia è questa.

Attorno al 2010 hanno cominciato a emergere i limiti delle piattaforme social e di Facebook in particolare.

Lì eri in casa d’altri. E in ogni momento le regole d’uso potevano cambiare a tuo svantaggio.

Per questo alcune startup hanno dato inizio a una riscoperta delle newsletter. Uno degli esempi di maggior successo è stato The Skimm, una newsletter gratuita per le millenial. Oggi ha oltre 7 milioni di iscritti.

Da lì, la rinascita delle newsletter ha continuato sempre meno in sordina.

Nel 2017 il movimento era maturo ed è nato Substack.

Ti offre gratis:

  • un blog,
  • un autoresponder per raccogliere iscritti e spedire la loro newsletter,
  • un sistema per gestire gli abbonamenti alle loro pubblicazioni,
  • (più di recente anche la possibilità di creare un podcast).

Puoi pubblicare i tuoi contenuti come articoli di un blog o come newsletter, o entrambi. E sì, il costo resta sempre ZERO.

E se hai già un sito, non c’è problema. Usi Substack solo come autoresponder per la tua lista email e le tue newsletter.

”Ok, ma come sta in piedi se tutto è gratis?”

Semplice, Substack ti permette di creare una newsletter a pagamento.

L’utente si iscrive con la sua email. Poi paga una quota mensile o annuale per ricevere le tue newsletter.

Quando questo succede, Substack si prende il 10% di quel pagamento.

Questo aspetto è simpatico, ma secondario.

Tu puoi usare Substack a gratis. E nessuno ti obbliga a mettere i tuoi contenuti a pagamento.

Gli svantaggi?

Eccoli:

  • non avrai automazioni,
  • e nemmeno sistemi per segmentare il tuo pubblico in sottogruppi più specifici,
  • in più le analitiche sono scarse.

Questi possono essere limiti gravi o trascurabili. Tutto dipende da cosa ti serve. Se ancora non lo sai, parti pure con Substack.

Se e quando troverai un ostacolo, ti sposterai su software più avanzati e a pagamento.

Revue

Revue è il principale concorrente di Substack.

Anzi a dire il vero era nato due anni prima. Ma il suo servizio non era gratuito, quindi all’inizio Substack aveva il vento in poppa.

Poi è arrivato Twitter e ha sparigliato le carte.

  1. Ha comprato Revue,
  2. l’ha trasformato in un servizio 100% gratuito con lo stesso modello di Substack,
  3. l’ha integrato con la sua piattaforma social. Ti permette l’iscrizione con singolo click, all’interno di Twitter.
  4. In più anche Revue ti permette di creare newsletter a pagamento. Ma si prende solo un 5% dei tuoi guadagni.

Risultato ora Revue è in ascesa.

Twitter nella sua “versione in Italiano” non se lo fila nessuno, ma in Inglese è il campo base di tutti i creator indipendenti.

E un sacco di loro ha cominciato a usare Revue per la propria newsletter.

Se lavori in Inglese, dacci un occhio. E soprattutto, analizza per bene come funziona Twitter.

Se scrivi solo in Italiano, tieni comunque presente Revue. Come nel caso di Substack ti permette di creare una newsletter gratuita.

In questo caso i vantaggi e gli svantaggi sono grossomodo gli stessi. Forse ti piace di più l’interfaccia dell’uno o dell’altro.

In ogni caso, partire con Revue non ti costa nulla. Lo puoi usare anche con un tuo sito proprietario. E se un domani non ti basta più, ti sposti su un autoresponder a pagamento.

Quale? Ne parliamo qui sotto…

Programmi per creare newsletter efficaci

Ce ne sono 4 da considerare:

  1. ActiveCampaign tramite Active Powered,
  2. Mailchimp,
  3. CovertKit,
  4. MailerLite.

Oltre a questo ce ne sono un’infinità più o meno improbabili. Lascia perdere.

Usare le soluzioni “originali” ti complica solo la vita. Hanno meno integrazioni con gli altri software per il tuo marketing. E non sai mai per quanto resteranno aggiornati con gli standard del mercato.

Lascia perdere anche le soluzioni tutto-in-uno come Kajabi o ClickFunnels.

Vale quello che scrivevo in merito alle landing page. Se ti affidi per tutte le tue attività di marketing (pagine di vendita, blog, newsletter, etc.) a un unica piattaforma, ti ritrovi legato.

E prima o poi ogni software ti diventerà stretto. Non vuoi trasformare la migrazione da una piattaforma all’altra in un incubo.

Quindi, quando paghi: usa solo strumenti specialistici.

Infine una menzione veloce a servizi come Hubspot o Keap.

Sono potenti, ma per un creator indipendente rappresentano una complicazione inutile, oltre che un costo eccessivo.

Puoi assumere un collaboratore solo per la gestione di uno di questi servizi? No?

Allora ignorali.

Andiamo con i 4 su cui ha senso ragionare. Partiamo con un opzione per chi preferisce una soluzione in Italiano.

ActiveCampaign tramite Active Powered

Partiamo dall’inizio: Active Campaign.

È uno degli autoresponder più usati.

Il suo punto di forza sono le automazioni e le segmentazioni super-avanzate. Puoi creare sottogruppi della tua lista in base alle azioni degli iscritti (un click su un link, un acquisto, etc.).

Active Powered è il rivenditore in Italiano del servizio.

Rispetto alla sua controparte americana ha un vantaggio fondamentale. L’intera piattaforma e tutto il supporto sono in Italiano.

Questo diventa cruciale se l’Inglese ti crea problemi.

Acquistando ActiveCampaign tramite Active Powered hai tutto il necessario per un’attività efficace di email marketing:

  • segmentazione perfetta,
  • interfaccia intuitiva,
  • integrazione con tutti i principali software,
  • automazioni di ogni tipo.

Al contempo questa è l’opzione più costosa. ActiveCampaign di base ha già un costo superiore rispetto alle alternative che ti elenco più sotto.

Per 1.000 iscritti e le funzioni di solito necessarie per un creator indipendente paghi: 70$

Con Active Powered il costo in teoria è un filo più alto, perché si aggiunge la loro quota per la rivendita e il supporto tecnico.

La discriminante quindi è la lingua. Ti va una spesa maggiore, in cambio di un servizio 100% in Italiano?

Se la risposta è “Sì”, Active Powered fa al caso tuo.

Mailchimp

Non è stata la prima azienda a sviluppare un autoresponder. Aweber e Getresponse sono entrambi più anziani.

Ma Mailchimp è diventato il riferimento del mercato grazie a:

  1. un modello freemium (è gratis finché hai meno di 2.000 iscritti),
  2. una user experience più intuitiva della concorrenza.

Negli anni il mercato si è evoluto.

Se vuoi un autoresponder davvero gratuito per la tua newsletter vai con Substack o Revue.

Per quanto riguarda la user experience e le funzionalità avanzate, Mailchimp è ancora ottimo.

Ha tutto il necessario per rispondere alle esigenze di un creator indipendente.

E qualsiasi software di marketing si integra con Mailchimp. Essere il big daddy del mercato, ha dei vantaggi dopotutto 😉

E di sicuro ha tutte le risorse per restare aggiornato con le esigenze dei suoi utenti.

L’unico svantaggio è il prezzo, per 1.000 iscritti e le funzioni di solito necessario a un creator indipendente paghi: 51,99 $.

Le opzioni che ti elenco più sotto risultano più convenienti. Al contempo Mailchimp è la piattaforma più affidabile di tutte.

Chiaro ogni azienda, dalla Apple al bar sotto casa, possono fallire. Ma Mailchimp ha le carte in regola per restare dominante ancora per un bel po’.

Se l’affidabilità della piattaforma è cruciale nella tua scelta, vai con questa opzione.

Altrimenti quelle qui sotto ti interesseranno di più.

ConvertKit

ConvertKit fino a qualche anno fa era secondo me l’opzione migliore per un creator indipendente.

Le opzioni precedenti cercano di agganciare un’ampia varietà di clienti.

ConvertKit da sempre si concentra solo sulle esigenze dei creator indipendenti.

Questo le permetteva di darti tutto il necessario, solo quello e al prezzo più conveniente.

Oggi, questo primato nel rapporto qualità/prezzo, secondo me l’ha perso (c’è un’ulteriore voce in questo elenco: MailerLite).

Per 1.000 iscritti e le funzioni di solito necessarie per un creator indipendente spendi 29 $ al mese.

Non male, ma ti consiglio ConvertKit come opzione di riserva.

Se hai già scartato Active Powered e Mailchimp, prova prima MailerLite. Se non ti soddisfa del tutto allora darai un occhio a ConvertKit.

MailerLite

Al momento su Italian Indie ho un abbonamento ancora attivo con ConvertKit. Appena scade, passerò la lista su MailerLite.

Perché?

Perché ha tutto il necessario in termini di segmentazione e automazioni.

Sulle integrazioni con altri software è un passo indietro, rispetto a ConvertKit e due in confronto a Mailchimp.

Ma con Zapier o Integromat riesco comunque ad agganciarlo più o meno con tutto, soprattuto con Gumroad (la mia piattaforma di vendita preferita!).

MailerLite è l’ultimo arrivato, ma riscuote un sacco di apprezzamento tra i creator.

Ha un prezzo ridicolo. Per i soliti 1.000 iscritti e le funzioni necessarie per il solito creator indipendente paghi 10$ al mese (7$ con un abbonamento annuale)!

E hai tutto quel che ti serve in termini di automazioni e segmentazioni della lista.

Quindi, se avevi già scartato Active Powered e Mailchimp: vai con MailerLite!

Quanto spesso e cosa scrivere per creare una newsletter efficace

Una newsletter funziona se crea un rapporto di fiducia con i tuoi iscritti.

E per questo come minimo, ti serve una dose di regolarità.

La frequenza ideale cambia in parte in base all’argomento che tratti. Ma se mandi meno di 2 newsletter al mese, andiamo male.

Se ti occupi di notizie, una frequenza quotidiana è quasi d’obbligo.

Altrimenti tieni il ritmo delle 2-4 newsletter al mese. Sempre nello stesso giorno della settimana.

A queste, ovvio, si aggiungono tutte le email di vendita. Ma quelle non entrano nel conteggio della “newsletter regolare”.

In occasione di un lancio o di una promozione mandi dei messaggi appositi. Ma vuoi già avere un rapporto consolidato con i tuoi iscritti. Altrimenti non comprano.

Per questo è importante mandare una newsletter regolare. E deve essere interessante!

Ecco allora 3 suggerimenti per il contenuto:

  1. crea-in-pubblico,
  2. link curati,
  3. contenuto originale.

Crea-in-pubblico

Questa è per certi versi l’opzione più facile e anche la più difficile.

Si tratta di condividere i progressi del tuo progetto:

  • cosa funziona,
  • cosa non funziona,
  • come prendi certe decisioni,
  • come affronti determinati problemi,
  • su quale idea stai lavorando.

Puoi anche parlare di aspetti più particolari della tua vita. Il limite su cosa tenere privato lo decidi tu, ovvio.

Ma condividere una parte del percorso con il tuo pubblico aumenta la loro fiducia nei tuoi confronti.

In settimana hai letto un paio di articoli interessanti? Hai visto un video che spacca su YouTube?

Perfetto condividi questi link con un tuo commento.

L’unica attenzione da avere è nella selezione. Scegli link rilevanti per il tuo pubblico. Se parli di yoga, un video sull’uso di Gumroad non c’azzecca. Anche se è spaziale e con un sacco di dettagli utili.

Contenuto originale

Qui ci sono un paio di opzioni alternative.

La più impegnativa consiste nel creare un nuovo contenuto solo per gli iscritti. Per esempio scrivi un articolo, ma non lo pubblichi sul blog. Lo mandi solo a chi riceve la tua newsletter.

Per gli iscritti è tanta roba. Per te rischia di diventare tanto lavoro per nulla.

Un articolo in newsletter non fa SEO. Ma ti impegna lo stesso tempo di un post sul blog.

L’alternativa un po’ meno dolorosa, ma anche meno speciale agli occhi degli iscritti, esiste.

Pubblichi un articolo sul blog, e poi lo mandi per intero tramite newsletter. Questo è quello di solito che succede su Substack, per esempio.

Un’opzione non esclude le altre

Mescolare le tre opzioni è possibile, forse addirittura consigliato.

Nelle newsletter di Italian Indie trovi un mix di creare-in-pubblico, link curati e qualche spunto originale per gli indipendenti.

Ti consiglio di partire con la formula meno impegnativa per te. Poi, quando prendi mano con la newsletter, la espanderai senza problemi.

Come guadagnare con una newsletter

1€ speso nella tua newsletter si trasforma in 42€… Ok, ma come???

La newsletter rappresenta l’elemento centrale in ogni busines online.

Quando un creator indipendente sviluppa un progetto di successo alla base c’è sempre questo flusso:

Visitatori Iscritti Clienti

  1. Hai un canale per portare Visitatori sul tuo sito.
  2. Lì, li converti in Iscritti alla tua lista email.
  3. E tramite la tua newsletter gli proponi i tuoi prodotti e servizi, così diventano tuoi Clienti.

Ora per guadagnare con la tua newsletter sono disponibili tutti e 6 i classici modelli di business online.

Puoi:

  1. promuovere i tuoi infoprodotti (libri, ebook, corsi online, eventi, membership di formazione, etc.);
  2. inserire spazi pubblicitari nei tuoi messaggi, per esempio Active Powered e Fatture in Cloud ci hanno pagato per questo in più occasioni;
  3. usare dei link d’affiliazione;
  4. promuovere i tuoi prodotti fisici (come fa Amazon, per esempio);
  5. vendere i tuoi prodotti digitali (app, SaaS o altri software);
  6. presentare al meglio i tuoi servizi (consulenze personalizzate, coaching, etc.).

Ahhh, nel caso specifico della newsletter hai anche un’opzione particolare. Rientra nella categoria “infoprodotti”, ma la cito a parte.

Puoi offrire anche una newsletter su abbonamento.

In Italia questo modello non è ancora diffuso, ma all’estero si tratta di ordinaria amministrazione.

Crei una newsletter. Poi la mandi solo a chi paga un abbonamento mensile o annuale.

La logica è a metà tra le membership di formazione e i servizi d’intrattenimento come Netflix. La difficoltà sta nel dare un valore così alto da giustificare l’abbonamento a una “semplice email”.

Sembra impossibile, ma ci sono già casi di successo. Te ne riporto qualcuno nel prossimo capitolo.

Newsletter: esempi di successo

L’esempio classico di newsletter di successo in Italiano è Efficacemente.

Oltre agli ultimi contenuti pubblicati, ci trovi degli spunti di crescita personale riservati solo per gli iscritti.

Andrea Ciraolo è un altro esempio interessante, perché usa Substack. Nella newsletter segue un approccio crea-in-pubblico. Condivide qualche riflessione personale sul dietro le quinte della sua attività online o sulla sua vita. In più evidenzia le ultime novità sul fronte dei suoi contenuti.

Un altro esempio interessante, ma ancora recente in termini di sviluppo, è LetMeTell.it una newsletter settimanale di soli contenuti curati in ambito marketing e tech.

Vuoi qualche spunto in più? Dai un occhio anche al lavoro dei creator fuori dall’Italia.

  1. The Hustle, è una newsletter curata quotidiana. Ti mandano un riassunto dell’ultime notizie in ambito business, finanza e tech. In più hanno sviluppato una seconda newsletter Trends. Questa è a pagamento e ogni numero ti offre informazioni approfondite su una particolare azienda o su una nuova opportunità commerciale.
  2. 3-2-1 Thursday, questa è la newsletter di James Clear, e ha più di 2.000.000 d’iscritti. Ogni settimana ci trovi 3 riflessioni originali, 2 citazioni e una domanda su cui meditare.
  3. Alex & Books, in ogni newsletter trovi gli spunti chiave su un libro che l’autore ha letto nella settimana precedente.
  4. Common Sense, questa è un’altra newsletter che usa Substack. Barry Weiss l’autrice principale, ha lavorato per il New York Times e il Wall Street Journal. Poi si è stufata di quel modello di giornalismo e ha creato una sua pubblicazione indipendente. Il punto di partenza è stata proprio questa newsletter a cui poi ha aggiunto un podcast.

Il prossimo passo

Le newsletter sono sempre state fondamentali per un business online. Ora stanno anche ritornando di moda.

Nel web Italiano la maggior parte dei creator indipendenti le usa solo come i guru da piscina: ogni messaggio è tutto copy di vendita.

Ci vuole anche quello. Ma non basta.

Usa la tua newsletter prima di tutto per stabilire un rapporto di fiducia con i tuoi iscritti. Così massimizzerai i risultati più in fretta.

Hai ancora dei dubbi su come partire? O su cosa scriverci?

Commenta qui sotto, o mandami un’email.

Cerco sempre di rispondere a tutti.

Un abbraccio,

Samuele

Samuele Onelia

Samuele Onelia

Ho scritto il libro più breve sul copywriting: Maledetti Indecisi. Niente lungaggini. Lo leggi in 46 minuti.
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